Federazione e Lega Calcio che apriranno a questa soluzione solamente dalla stagione 1995-1996. Da non dimenticare, inoltre, un makeover fugacemente ammirato nel campionato 1981-1982, con il ricorso per la prima divisa a pantaloncini di colore rosso al posto dei tradizionali bianchi. La maglia di cortesia del Milan, nel corso dei decenni, è stata pressoché bianca con dettagli rossoneri, attingendo talvolta a template fasciati – soprattutto nel secondo dopoguerra, e di nuovo a cavallo degli anni 1980 e 1990 – o con palo. Dal 16 febbraio 2006 la mascotte ufficiale del Milan, disegnata dalla Warner Bros., è Milanello, un diavolo rosso con la divisa rossonera e un pallone da calcio, il cui nome omaggia peraltro quello del centro sportivo del club. Il 27 novembre 1949, in occasione della partita contro l’Austria Vienna per i festeggiamenti del 50º anniversario di fondazione del Milan, quando i giocatori dell’Inter e del Milan si trovarono a giocare assieme, sotto la bandiera della rappresentativa di Milano, con una maglia bianca fasciata dove l’azzurro dell’Inter e il rosso del Milan trovavano spazio nella fascia rossonerazzurra che attraversava il busto. Fin dalle origini, il Milan vestì quella che rimarrà per tutta la sua storia la propria, canonica, uniforme: una maglia palata rossonera, abbinata a pantaloncini bianchi e calzettoni neri; nei decenni seguenti, solo ciclici cambiamenti dettati dalle mode del tempo andranno a intaccare questo schema, che tuttavia rimarrà pressoché inalterato sino ai giorni nostri.

In misura minore, dalla fine degli anni 1980 i diversi sponsor tecnici dell’epoca scelsero di modificare la canonica uniforme: dapprima, colorando di bianco i vecchi calzettoni neri, ottenendo così un effetto all white, e successivamente in senso opposto, maglie di calcio ricorrendo a pantaloncini neri che generarono una predominanza scura nella zona inferiore dell’uniforme; tali licenze creative ebbero termine solo pochi anni dopo l’inizio del III millennio. Di seguito l’elenco degli sponsor tecnici del Milan. Durante tutta la sua storia il Milan ha avuto come colori distintivi il rosso e il nero. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari! Tali colori furono scelti, come disse Herbert Kilpin, per rappresentare il fuoco dei diavoli milanisti (rosso) e la paura degli avversari nell’affrontarli (nero). Gli estremi difensori del Milan non hanno globalmente lasciato negli annali divise di riferimento, eccezion fatta per la maglia gialla di Enrico Albertosi nella seconda metà degli anni 1970 e, prima ancora, per Fabio Cudicini, portiere rossonero a cavallo degli anni 1960 e 1970, il quale si guadagnò il soprannome di Ragno Nero per via dell’uniforme indossata all’ombra della Madonnina: una muta completamente nera con bordini rossi che fece epoca.

La «M» incrociata sulla prima maglia con le due gambe verticali nere a sfumare nel rosso è un tocco che ci intriga quanto la scelta dell’alternanza del rosso e del nero sulle maniche: un effetto elegante e riuscito che si riflette anche sulla maglia da trasferta, bianca e con la banda verticale spostata verso il lato sinistro dallo stile retrò e che vorrebbe omaggiare le case di moda milanesi. A cavallo degli anni 1980 e 1990, in occasione di ben quattro delle cinque finali di Coppa dei Campioni/Champions League disputate in quel periodo, il Milan creò delle speciali casacche da utilizzare in tali appuntamenti, bianche con bordini rossoneri (differenti dalle seconde mute stabilmente utilizzate in quel periodo), che andavano a ricalcare lo storico completo all white con cui il club sollevò nel 1963 la sua prima Coppa dei Campioni: da allora è diventata una consuetudine per i meneghini ogni qual volta si presentano dinanzi a una finale europea. La divisa di trasferta è sempre stata di colore bianco; con tale divisa il Milan ha vinto 6 finali su 8 di Coppa dei Campioni/Champions League, avendo perso solo contro l’Ajax nel 1994-1995 e contro il Liverpool nel 2004-2005 mentre ha vinto solo 1 finale su 3 con la maglia rossonera.

Il poliestere è anche uno dei tessuti più adatti alle tecniche di stampa per personalizzare i completi da calcio; sappiamo bene che nel calcio, forse più che in qualsiasi altro sport, la divisa è un vero e proprio biglietto da visita: i colori, il design, il logo, oltre che naturalmente il numero del giocatore, sono elementi fondamentali per seguire il proprio campione dagli spalti di uno stadio, per rappresentare la squadra dentro e fuori dal campo, per creare quella coesione intorno al simbolo che rende il tifo calcistico – quello migliore, non violento, rispettoso e leale – così forte, trascinante e speciale. Tra le poche eccezioni, l’unica deroga a questa prassi si verificò a metà degli anni 1940, quando il club ricorse a una casacca fasciata che, tuttavia, riproponeva le due tinte della prima divisa, con una predominanza nera nella stagione 1943-44, e rossa nel 1945-1946; è inoltre degna di nota la moderna consuetudine che, limitatamente alle trasferte sul terreno del Bologna, dalla stagione 1998-99 vede il Milan presentarsi allo stadio Renato Dall’Ara quasi stabilmente con un particolare completo spezzato, composto dalla tradizionale seconda maglia bianca abbinata a pantaloncini di diverso colore, solitamente rossi o più raramente neri. Stemma utilizzato dal 1946 fino al 1979, con piccole variazioni sul tema nel corso degli anni.

By Sara